Di ozio e di bellezza

Nel cuore più nascosto della Romagna – tanto diverso dalle esplicite spiagge adriatiche – Ospedaletto 57 è un indirizzo imperdibile per i vacanzieri oziosi in cerca di un buen retiro quieto e isolato.

Testo — Anna Quinz
Fotografia — Ospedaletto 57

HOTEL TALES/

OSPEDALETTO 57,
IL CUORE NASCOSTO
DELLA ROMAGNA

L’estate italiana è magnificamente languida e indolente. Le ore sembrano scorrere più lente e discrete che altrove, ritmate da un ventaglio che danza, una tenda che fruscia, una cicala che canta. È nei tempi e nelle ombre lunghe o nel torpore soffuso che invade l’aria e i corpi che risiede l’unicità e la bellezza dei mesi caldi d’Italia. Quando poi ci si allontana dagli eccessi della costa o delle cime, per portarsi nel ventre della penisola, lungo i discreti crinali delle colline e nelle linee morbide della campagna, la pigrizia diventa piacere e il languore il senso più profondo della vacanza. Nel cuore più nascosto della Romagna – tanto diverso dalle esplicite spiagge adriatiche – Ospedaletto 57 è un indirizzo imperdibile per i vacanzieri oziosi in cerca di un buen retiro quieto e isolato, dove architettura e design dialogano instancabilmente tra loro e con la natura circostante.
Il primo colpo d’occhio è per il grande giardino, luminoso e brillante come solo il verde sa essere sotto il sole d’estate. Grandi alberi ombrosi, fiori ovunque, un orto e un bosco in lontananza. E nel mezzo, la piscina calma e silenziosa che invita a immergersi e languire al sole. Al centro della tenuta le due strutture architettoniche che aprono le loro porte agli ospiti in cerca di pace e bellezza. Da un lato l’antica residenza, rustica e signorile. Dall’altro l’ex attrezzaia, vero punto focale di questa placida e inattesa delizia romagnola. L’immenso open space dal flair contemporaneo, circondato da vetrate che lasciano traspirare la luce in ogni angolo dello spazio, accoglie con i suoi volumi ampi e ariosi. Mentre il contrasto tra le originarie capriate in cemento armato e il caldo pavimento in legno crea un incantevole spaesamento tra ambiente urbano e rurale.

Una volta entrati – rigorosamente a piedi nudi – sono gli oggetti disseminati qua e là con apparente casualità e gli arredi perfettamente calibrati ad attirare lo sguardo. Il gusto della padrona di casa Cristina, la sua curiosità, l’infinito viaggiare e la ricerca compulsiva del bello, permeano l’atmosfera ed è impossibile non perdersi ad osservare ogni dettaglio, lasciando che racconti la sua storia. Strumenti agricoli del passato, sedie e cesti di vimini che profumano di riviera, la ceramica di Faenza ripensata nel contemporaneo, opere d’arte alle pareti, oggetti quotidiani dal fascino retrò, qualche discreto accenno provenzale, un merletto candido in bagno, cuscini ricamati che sanno di vacanza d’antan, grandi tavoli a cavalletto da muovere a seconda delle esigenze di chi vive lo spazio: ogni cosa è esattamente come e dove deve essere, in un equilibrio corale impeccabile, eppure piacevolmente rilassato e rilassante. E in questo delicato contrappunto tra pieno e vuoto, interno ed esterno, antico e contemporaneo, i pensieri oziosi di ogni ozioso trovano il loro spazio di espressione, lungo la languida e indolente estate italiana. — www.ospedaletto57.it

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